BELLISSIMI AFORISMI SULLA NOSTRA SICILIA - DA CONDIVIDERE....
Frasi, citazioni e aforismi sulla
Sicilia
Sicilia
Il sesto giorno Dio compì la sua
opera
lieto di averla creata tanto
bella prese la terra tra le mani e la baciò…
la dove pose le sue labbra è la
Sicilia.
(Renzo Barbera)
Arrivi qui e ti accorgi che
quella città in cui vivi, cioè Parigi, sembra un posto qualunque, anonimo, che
subito rifiuti di considerarlo quella capitale del mondo che tutti credono, e
nemmeno il centro dell’Europa, perché non ha i colori della Sicilia, né i suoi
profumi né i sapori che tingono e incensano l’anima della mia infanzia.
(Claudia Cardinale)
La Sicilia è un dono di Dio, ci
sono posti che non ti immagini, alla fine di una strada ti imbatti in un
anfiteatro fatto di pietra lavica, e se sali sull’Etna e vedi il mare, beh,
allora capisci perché chi conosce la Sicilia ne sia innamorato.
(Carmen Consoli)
La più bella regione d’Italia:
un’ orgia inaudita di colori, di profumi, di luci, una grande goduria
(Sigmund Freud)
“Cosa ti manca della Sicilia?”
“U scrusciu du mari.”
(Andrea Camilleri)
L’Italia senza la Sicilia, non
lascia nello spirito immagine alcuna. È in Sicilia che si trova la chiave di
tutto. La purezza dei contorni, la morbidezza di ogni cosa, la cedevole
scambievolezza delle tinte, l’unità armonica del cielo col mare e del mare con
la terra… chi li ha visti una sola volta, li possederà per tutta la vita.
(Goethe)
Quegli odori di alga seccata al
sole e di capperi e di fichi maturi non li ritroverà mai da nessuna parte;
quelle coste arse e profumate, quei marosi ribollenti, quei gelsom ini che si
sfaldano al sole.
(Dacia Maraini)
Non invidio a Dio il paradiso
perché sono ben soddisfatto di vivere in Sicilia.
(Federico II di Svevia)
La Sicilia è il paese delle
arance, del suolo fiorito la cui aria, in primavera, è tutto un profumo… Ma
quel che ne fa una terra necessaria a vedersi e unica al mondo, è il fatto che
da un’estremità all’altra, essa si può definire uno strano e divino museo di
architettura.
(Guy de Maupassant)
Il clima è temperato, l’aria
dolcissima, l’isola fertile, il tempio assai più bello di quanto se ne dica.
(William Shakespeare)
All’inizio della mia carriera
l’essere siciliana e il forte accento del dialetto, mi rendeva molto insicura;
pensavo che al di là dello Stretto di Messina tutto fosse più interessante e
coinvolgente. Crescendo e acquisendo più fiducia in me stessa e nella mia
sicilianità, invece, mi sono resa conto che non solo non abbiamo nulla in meno,
ma che bisogna con ogni strumento difendere il nome della Sicilia.
(Maria Grazia Cucinotta)
Io sono nato in Sicilia e lì
l’uomo nasce isola nell’isola e rimane tale fino alla morte, anche vivendo
lontano dall’aspra terra natìa circondata dal mare immenso e geloso.
(Luigi Pirandello)
Anche se dipingo una mela, c’è la
Sicilia.
(Renato Guttuso)
Basta un attimo per sentirti
avvolta da una sensazione nuova e antica, avvolgente e narcotizzante assieme,
quell’attimo in cui poggi il piede su quest’isola, appena scesa da un treno o
da un aereo. E subito capisci che questa terra, questo paesaggio, questa luce
ti appartengono, fanno parte del tuo dna, delle tue radici, della tua anima, di
qualcosa che senti tuo…
(Claudia Cardinale)
I siciliani non vorranno mai
migliorare per la semplice ragione che credono di essere perfetti; la loro
vanità è più forte della loro miseria.
(Giuseppe Tomasi di Lampedusa)
In Sicilia, quando facciamo
qualcosa o la facciamo in grande o niente. Ecco perché spesso non facciamo
niente.
(Pino Caruso)
Prendete un problema di qualunque
natura (politico, sociale, culturale, tecnico o altro) e datelo da risolvere a
due italiani: uno milanese e l’altro siciliano. Dopo un giorno, il siciliano
avrà dieci idee per risolvere questo problema, il milanese nemmeno una. Dopo
due giorni, il siciliano avrà cento idee per risolvere questo problema, il
milanese nessuna. Dopo tre giorni, il siciliano avrà mille idee per risolvere
questo problema, e il milanese lo avrà già risolto.
(Giuseppe Tomasi di Lampedusa)
Nessuna isola erge sull’orizzonte
della nostra civiltà una fronte più radiosa della Sicilia. Essa punta verso tre
continenti e ne sintetizza le caratteristiche. Tre volte, nel corso dei secoli,
fu il più fulgido centro del mondo mediterraneo
(Roger Peyrefitte)
La mia terra è sui fiumi stretta
al mare, non altro luogo ha voce così lenta, dove i miei piedi vagano, tra
giunchi pesanti di lumache.
(Salvatore Quasimodo)
La Sicilia è la più bella di
tutte le isole, poiché contribuisce grandemente alla crescita di un impero.
(Diodoro Siculo)
Nel bene e nel male, la Sicilia è
l’Italia al superlativo.
(Edmonde Charles Roux)
Comincia a gennaio la primavera
siciliana, e via via che le piante fioriscono diventa il giardino di una maga:
germoglia la menta sulle rive dei ruscelli, gli alberi morti si inghirlandano
di rose canine, persino il brutale cactus mette teneri fiori. Quindi non mi fa
paura l’arrivo dell’inverno: quale migliore prospettiva che quella di sedere
davanti al fuoco ad aspettare la primavera?
(Truman Capote)
Di te amore m’attrista
mia terra, se oscuri profumi
perde la sera d’aranci
o d’oleandri, sereno
cammina con rose il torrente
che quasi ne tocca la foce.
(Salvatore Quasimodo)
Allora incontro ti verran le
belle
Spiagge della Trinacria isola,
dove
Pasce il gregge del Sol, pasce
l’armento.
(Omero, Odissea)
L’influsso spagnolo è l’ultimo;
il primo è greco, il secondo e il terzo sono il saraceno e il normanno; il
rinascimento qui ha colpito solo di striscio. Mescolate questi vari elementi
culturali con un sole abbacinante, una terra africana, una quantità di polvere
e una vegetazione meravigliosa, e avrete la Sicilia.
(Karel Čapek)
Ho conosciuto la piena bellezza,
lo splendore nobile e pacifico della luce, pura e immensa, a Palermo, a Villa
Tasca.
(Anna de Noiailles)
Te prego, o splendida, più bella
tra le città dei mortali.
(Pindaro su Agrigento)
Palermo, Museo del Mediterraneo:
se volete sapere quel ch’è passato su questi flutti azzurri venite a Palermo.
E’ una città deliziosa, una città dolce, una città profumata. Le sue piazze, le
sue vie, i suoi giardini, i suoi monumenti sono magnifici. Ecco la Sicilia:
capolavoro della natura, centro d’un mondo, terra illustre, si commovente e si
nobile nel suo misterioso destino.
(Gabriel Hanotaux)
C’è nei canti del popolo
siciliano una particolare nota, che li farebbe distinguere fra quelli di mille
altri popoli, ed è una nota di signorilità: quasi una sprezzatura per tutto ciò
che è volgare e scurrile.
(Gesualdo Manzella Frontini)
In tutta la storia della razza
umana nessuna terra e nessun popolo hanno sofferto in modo altrettanto
terribile per la schiavitù, le conquiste e le oppressioni straniere, e nessuno
ha lottato in modo tanto indomabile per la propria emancipazione come la
Sicilia e i siciliani. Quasi dal tempo in cui Polifemo passeggiava intorno
all’Etna, o in cui Cerere insegnava ai siculi la coltivazione del grano, fino
ai giorni nostri, la Sicilia è stata il teatro di invasioni e guerre continue,
e di intrepida resistenza. I siciliani sono un miscuglio di quasi tutte le
razze del sud e del nord; prima dei sicani aborigeni con fenici, cartaginesi,
greci, e schiavi di ogni parte del mondo, importati nell’isola per via di
traffici o di guerre; e poi di arabi, normanni, e italiani. I siciliani,
durante tutte queste trasformazioni e modificazioni, hanno lottato, e
continuano a lottare, per la loro libertà.
(Friedrich Engels)
Diggià la Sicilia sorgeva come
una nuvola in fondo all’orizzonte. Poi l’Etna si accese tutt’a un tratto d’oro
e di rubini, e la costa bianchiccia si squarciò qua e là in seni e promontori
oscuri.
(Giovanni Verga)
Di tutte le isole del
Mediterraneo la Sicilia è la più grande, la più fertile, la più popolata.
Situata alla punta estrema dell’Italia, verso occidente, forma un braccio di
mare che si chiama Stretto di Messina, largo, nella parte settentrionale, non
più di tre quarti di lega; proprio in questo canale ci sono i famosi promontori
di Cariddi e di Scilla: Cariddi vicino al porto di Messina, Scilla sulla
penisola. La Sicilia è triangolare; la sua parte più ampia è di circa
sessantasei leghe. È divisa in tre «valli», termine che significa «provincia».
Queste valli hanno avuto nome dalle città che sono o che sono state loro
capoluoghi: il vallo di Mazzara a sud, il vallo di Noto al Oriente e il vallo
di Emonè a nord.
(Jean Pierre Louis Laurent Hoüel)
Poiché abbiamo intitolato questo
libro Le isole, in conformità con questa intestazione, la prima isola di cui
parleremo sarà la Sicilia, perché è la più ricca delle isole ed è al primo
posto per l’antichità dei miti che si raccontano a suo riguardo. L’isola, in
antico chiamata Trinacria per la sua forma, poi denominata Sicania dai Sicani
che vi si stabilirono, alla fine ha avuto nome Sicilia dai Siculi, che vi
passarono in massa dall’Italia.
(Diodoro Siculo)
Il popolo siciliano è un popolo
forte, generoso, intelligente. Il popolo siciliano è il figlio di almeno tre
civiltà: la civiltà greca, la civiltà araba e la civiltà spagnola. È ricco di
intelligenza questo popolo. Quindi non deve essere confuso con questa minoranza
che è la mafia. È un bubbone che si è creato su un corpo sano.
(Sandro Pertini, Messaggio di
fine anno agli Italiani, dicembre 1983)
Costoro non hanno ancora capito
che i briganti e la mafia sono due cose diverse. Noi abbiamo colpito i primi
che, indubbiamente, rappresentano l’aspetto più vistoso della malvivenza
siciliana, ma non il più pericoloso. Il vero colpo mortale alla mafia lo daremo
quando ci sarà consentito di rastrellare non soltanto tra i fichi d’india, ma
negli ambulacri delle prefetture, delle questure, dei grandi palazzi padronali
e, perché no, di qualche ministero.
(Cesare Mori)
La cultura della morte non
appartiene solamente alla mafia: tutta la Sicilia ne è impregnata.
(Giovanni Falcone)
I mafiosi in Sicilia: gli ultimi
invasori stranieri fatti in casa.
(Pino Caruso)
Ci vuole più tempo per
attraversare la Sicilia sui binari che volare da un’altra parte del mondo.
(Sergio Rizzo)
In nessun luogo quanto in Sicilia
la verità ha vita breve: il fatto è avvenuto da cinque minuti e di già il suo
nocciolo genuino è scomparso, camuffato, abbellito, sfigurato, oppresso,
annientato dalla fantasia e dagli interessi; il pudore, la paura, la
generosità, il malanimo, l’opportunismo, la carità, tutte le passioni buone,
quanto le cattive si precipitano sul fatto e lo fanno a brani; in breve è
scomparso.
(Giuseppe Tomasi di Lampedusa)
Il sonno è ciò che i Siciliani
vogliono, ed essi odieranno sempre chi li vorrà svegliare, sia pure per portar
loro i piú bei regali.
(Giuseppe Tomasi di Lampedusa)
Dobbiamo ricordare che la Sicilia
è terra di Archimede non terra di mafia. Quello che ha fatto Archimede è unico
al mondo. È l’unico uomo al mondo che dall’alba della civiltà fino al 1500 dopo
Cristo, in diecimila anni ha capito cose che nessun altro, nemmeno Einstein, ha
capito fino al 1929. È stato lui a dire Datemi una leva e solleverò il mondo.
Associare l’immagine della Sicilia ad un così grande scienziato è un grande
problema che dobbiamo affrontare. È un tema che abbiamo dimenticato per duemila
anni.
(Antonino Zichichi)
A me dà fastidio chi parla male
della Sicilia, ma ne parla male perché il giudizio non è tale, è mal motivato,
è piuttosto un qualcosa di non corrisposto, un risentimento.
(Manlio Sgalambro)
È facile essere felici in
Sicilia, ma è un’operazione che richiede un adattamento biologico oltre che
culturale: bisogna imparare a vivere il tempo alla maniera siciliana.
(Francine Prose)
La famiglia è lo Stato del
siciliano.
(Leonardo Sciascia)
In Sicilia non importa far male o
far bene: il peccato che noi siciliani non perdoniamo mai è semplicemente
quello di ‘fare’. Siamo vecchi, Chevalley, vecchissimi. Sono venticinque secoli
almeno che portiamo sulle spalle il peso di magnifiche civiltà eterogenee,
tutte venute da fuori, nessuna germogliata da noi stessi, nessuna a cui noi
abbiamo dato il ‘la’; noi siamo dei bianchi quanto lo è lei Chevalley, e quanto
la regina d’Inghilterra; eppure da duemilacinquecento anni siamo colonia. Non
lo dico per lagnarmi: è colpa nostra. Ma siamo stanchi e svuotati lo stesso.
(Giuseppe Tomasi di Lampedusa)
E qual rovinio era sopravvenuto
in Sicilia di tutte le illusioni, di tutta la fervida fede, con cui s’era
accesa alla rivolta! Povera isola, trattata come terra di conquista! Poveri
isolani, trattati come barbari che bisognava incivilire! Ed erano calati i
Continentali a incivilirli… e i tribunali militari, e i furti, gli assassinii,
le grassazioni, orditi ed eseguiti dalla nuova polizia in nome del Real
Governo; e falsificazioni e sottrazioni di documenti e processi politici
ignominiosi: tutto il primo governo della Destra parlamentare! E poi era venuta
la Sinistra al potere, e aveva cominciato anch’essa con provvedimenti
eccezionali per la Sicilia… – Ridere, ridere! – incalzò donna Caterina con più
foga. – Lo sa bene anche lei come quegli ideali si sono tradotti in realtà per
il popolo siciliano! Che n’ha avuto? Com’è stato trattato? Oppresso, vessato,
abbandonato e vilipeso! Gli ideali del Quarantotto e del Sessanta? Ma tutti i
vecchi qua gridano: Meglio prima! Meglio prima!
(Luigi Pirandello)
È incredibile come i siciliani,
dal piú infimo strato alle cime piú alte, siano solidali tra loro e come anche
degli scienziati di innegabile valore corrano sui margini del Codice Penale per
questo sentimento di solidarietà. Mi sono persuaso che realmente i siciliani
fanno parte a sé; c’è piú somiglianza tra un calabrese e un piemontese che tra
un calabrese e un siciliano.
(Antonio Gramsci)
È questa la patria delle divinità
della mitologia greca. Vicino a questi luoghi, Plutone rapì Proserpina alla
madre; in questo bosco che abbiamo appena attraversato, Cerere sospese la sua
rapida corsa e, stanca delle sue vane ricerche, si sedette su una roccia e,
benché dea, pianse, dicono i Greci, perché era madre. Apollo ha custodito le
mandrie in queste valli; questi boschetti che si estendono fin sulla riva del
mare hanno risuonato del flauto di Pan; le ninfe si sono smarrite sotto le loro
ombre e hanno respirato il loro profumo. Qui Galatea fuggiva Polifemo, e Akis,
sul punto di soccombere sotto i colpi del suo rivale, incantava ancora queste
rive e vi lasciava il suo nome… In lontananza si scorge il lago d’Ercole e le
rocce dei Ciclopi. Terra degli déi e degli eroi!
(Alexis de Tocqueville)
Vi è una drammaticità in
quest’isola che non ha uguale in alcun luogo del mondo. Il nostro spirito
spazia liberamente da Pitagora a Colombo, pervaso dal senso di una realtà
grandiosa. Qui approda Platone. Qui combatte il cartaginese. Qui il bizantino
costruisce. Qui lo svevo dorme, sotto volte arabe, in una tomba di porfido. Qui
Goethe cavalca su un sentiero lungo il mare. Qui Platen esala l’ultimo respiro.
(Hugo von Hofmannsthal)
I siciliani gente acuta e
sospettosa, nata per le controversie.
(Marco Tullio Cicerone)
Una trappola in cui i siciliani
cadono volentieri: pretendere di capire la Sicilia prima di capire se stessi.
(Gesualdo Bufalino)
In Sicilia abbiamo tutto. Ci
manca il resto.
(Pino Caruso)
La nostra terra ha subito tante
devastazioni morali e materiali. Anche la natura qualche volta si è accanita
contro la nostra terra attraverso i terremoti. Eppure, che cosa è rimasto
intatto? È rimasta una bellezza infinita, unica al mondo. Basta girare la
nostra Sicilia, le coste, l’interno della Sicilia, per scoprire una bellezza
che i nostri avi, i nostri progenitori, ci hanno lasciato in eredità, sicuri
forse, loro, che noi l’avremmo rispettata questa natura, l’avremmo
esaltata…cosa che non abbiamo fatto. Questa terra, senza futuro, è morta, è finita,
è scomparsa, e i giovani non troveranno niente, nient’altro che macerie e
devastazioni. Amara terra mia, amara…e bella. Il Bello vincerà, sono sicuro. Il
Bello trionferà.
(Pippo Baudo)
La Sicilia contiene le memorie
dei romani, dei musulmani, dei cristiani e degli ebrei. La Sicilia è vicina
anche geograficamente al nord Africa. La Sicilia può essere la Bruxelles del
Mediterraneo.
(Abraham Yehoshua)
Anche nelle zone più sconsolate
batte un sole che riempie tutto di sé e trasumana le cose: ciò che altrove
sarebbe indifferente, qui è divino perchè viene investito in pieno da una luce
solidale, chiarificatrice di ogni minima struttura.
(Sebastiano Aglianò)
La Sicilia è indubbiamente una
delle due grandi isole letterarie del continente, l’altra è l’Irlanda. Entrambe
hanno un’importantissima tradizione di scrittori e poeti, al punto che si
dovrebbe riflettere sul legame specifico che esiste tra la condizione insulare
e il bisogno di scrittura. Un bisogno spesso strettamente legato al tema della
nostalgia, visto che, quando gli scrittori vivono lontani dall’isola natia,
sublimano la nostalgia attraverso la scrittura.
(Daniel Pennac)
Dalla natura (storica) del
siciliano emerge un orgoglio: quello di avere il privilegio delle disgrazie.
(Pino Caruso)
Noi siciliani non siamo nemmeno
masochisti: ci facciamo continuamente del male, ma senza provarci piacere.
(Pino Caruso)
Io sono io e la Sicilia. Non
posso ignorarlo o escluderlo, sarei colpevole di un’astrazione malfatta.
(Manlio Sgalambro)
La prua della barca taglia in due
il mare
ma il mare si riunisce e rimane
sempre uguale
e tra un greco, un normanno, un
bizantino
io son rimasto comunque
siciliano.
(Lucio Dalla)
Io amo pensare alla Sicilia come
un luogo dove puoi trovare qualunque tipo di contraddizioni. Troverai sempre
che tutto ha un fondamento. Però certamente il fatto che sia un’isola ha
influito moltissimo sulla capacità di ragionare, ma anche, forse, sulla
capacità di sragionare, se vogliamo sempre citare Pirandello. Quello che a me
sempre ha colpito è che, secondo me, l’isola, l’essere nati in un’isola ha
accentuato la vena sognatrice dei siciliani. L’essere costretti ad immaginarsi
che cosa ci sia dall’altra parte dell’orizzonte ha accentuato molto questa vena
visionaria che mi è molto vicina, in qualche modo.
(Giuseppe Tornatore)
Siamo abituati a pensare al mare
d’estate ma la stagione più bella per venire in Sicilia è proprio questa, la
primavera, oppure l’autunno, che per me, individuo malinconico, è una stagione
di grande fascino. La Sicilia è la culla della nostra cultura, qui viene
conservato come in un laboratorio il dna del nostro essere un popolo
mediterraneo. Una grande terra che racchiude però tantissime anime: non riesco
a immaginare niente di più diverso tra loro fra Palermo, Ragusa, Catania,
Taormina, Trapani…
(Luca Zingaretti)
In Sicilia ci sono le donne che
hanno la pelle più bella e più luminosa del mondo. Lei ricorda La terra trema
di Luchino Visconti? Quelle donne siciliane vestite di nero, ma un po’
scollate, al punto giusto, luminose e provocanti come non mai. Andate a rivedere
quel film e poi ne riparliamo. Comunque in fatto di donne, difficilmente mi
sbaglio.
(Giorgio Albertazzi)
In quanto alla Sicilia da che
mondo è mondo è stata sempre al centro della grande storia. Prima i commerci e
le tante dominazioni, oggi l’approdo nelle sue coste di una catena di
disperati. I natanti fanno rotta verso Lampedusa perché la Sicilia da sempre è
terra di accoglienza. Brava gente con grande senso dell’umanità. Altrove, vedi
in Spagna ma anche in Francia per molti versi, non è così. Il flusso purtroppo
è destinato a ingrossarsi.
(Tahar Ben Jelloun)
I siciliani sono più personaggi
che persone.
(Roberto Gervaso)
Capire la Sicilia significa
dunque per un siciliano capire se stesso, assolversi o condannarsi. Ma
significa, insieme, definire il dissidio fondamentale che ci travaglia,
l’oscillazione fra claustrofobia e claustrofilia, fra odio e amor di clausura,
secondo che ci tenti l’espatrio o ci lusinghi l’intimità di una tana, la
seduzione di vivere la vita con un vizio solitario. L’insularità, voglio dire,
non è una segregazione solo geografica, ma se ne porta dietro altre: della
provincia, della famiglia, della stanza, del proprio cuore. Da qui il nostro
orgoglio, la diffidenza, il pudore; e il senso di essere diversi.
(Gesualdo Bufalino)
Vi è una Sicilia “babba”, cioè
mite, fino a sembrare stupida; una Sicilia “sperta”, cioè furba, dedita alle
più utilitarie pratiche della violenza e della frode. Vi è una Sicilia pigra,
una frenetica; una che si estenua nell’angoscia della roba, una che recita la
vita come un copione di carnevale; una, infine, che si sporge da un crinale di
vento in un accesso di abbagliato delirio.
(Gesualdo Bufalino)
Chi sono i siciliani? C’è un
ritrattino tracciato dal messinese Scipio di Castro, negli Avvertimenti (seconda
metà del secolo XVI), un bel volume pubblicato dalla benemerita Elvira
Sellerio: “La loro natura è composta da due estremi, perchè sono sommamente
timidi mentre trattano gli affari propri e di una incredibile temerarietà dove
si tratta del maneggio pubblico”. Ma per tratteggiare un attendibile profilo è
opportuno aggiornare i giudizi. Pirandello: “Una istintiva paura della vita”,
ovvero la propensione al dubbio; Brancati, ovvero l’ossessione del sesso: “I
sogni e la mente e i discorsi e il sangue stesso perpetuamente abitato dalla
donna”; Sciascia, ovvero l’individualismo: “Ognuno è e si fa isola a se”.
(Enzo Biagi)
Il volgare siciliano si
attribuisce fama superiore a tutti gli altri per queste ragioni: che tutto
quanto gli italiani producono in fatto di poesia si chiama siciliano; e che
troviamo che molti maestri nativi dell’isola hanno cantato con solennità»
(Dante Alighieri, De vulgari
eloquentia)
Tante Sicilie, perché? Perché la
Sicilia ha avuto la sorte ritrovarsi a far da cerniera nei secoli fra la grande
cultura occidentale e le tentazioni del deserto e del sole, tra la ragione e la
magia, le temperie del sentimento e le canicole della passione. Soffre, la
Sicilia, di un eccesso d’identità, né so se sia un bene o sia un male.
(Gesualdo Bufalino)
Goethe che visitò la Sicilia
quando era più lontana che non sia l’India oggi, ed era ignota de visu anche ad
archeologi d’avanguardia, anche allo stesso Winckelmann, Goethe ammirò
incantato il monte Pellegrino su Palermo, “il più bel promontorio del mondo”, e
cercò arte e natura su strade ancora inospiti, su clivi inaccessi, disse una
delle sue parole profetiche scrivendo che l’Italia senza la Sicilia non è un
tutto.
(Giuseppe Antonio Borgese)
Sai tu la terra ove i cedri
fioriscono? Splendon tra le brune foglie arance d’oro pel cielo azzurro spira
un dolce zeffiro umil germoglia il mirto, alto l’alloro.
(Goethe)
L’estate cala sulla Sicilia come
un falco giallo sulla gialla distesa del feudo coperta di stoppe. La luce si
moltiplica in una continua esplosione e pare riveli e apra le forme bizzarre
dei monti e renda compatti e durissimi il cielo, la terra e il mare, un solo
muro ininterrotto di metallo colorato. Sotto il peso infinito di quella luce
gli uomini e gli animali si muovono in silenzio, attori forse di un dramma
remoto, di cui non giungono alle orecchie le parole: ma i gesti stanno
nell’aria luminosa come voci mutevoli e pietrificate, come tronchi di fichi
d’India, fronde contorte di ulivo, rocce mostruose, nere grotte senza fondo.
(Carlo Levi)
Tutte le manifestazioni siciliane
sono manifestazioni oniriche, anche le più violente: la nostra sensualità è
desiderio di oblio, le schioppettate e le coltellate nostre, desiderio di
morte; desiderio di immobilità voluttuosa, cioè ancora di morte, la nostra
pigrizia, i nostri sorbetti di scorsonera o di cannella; il nostro aspetto
meditativo è quello del nulla che volesse scrutare gli enigmi del nirvana.
(Giuseppe Tomasi di Lampedusa)
Isole che ho abitato
verdi su mari immobili
D’alghe arse, di fossili marini
e spiagge ove corrono in amore
cavalli di luna e di vulcani.
(Salvatore Quasimodo)
Sai cos’è la nostra vita? La tua
e la mia? Un sogno fatto in Sicilia. Forse stiamo ancora lì e stiamo sognando.
(Leonardo Sciascia)
Qualunque cosa possa accadere ai
Siciliani, essi lo commenteranno con una battuta di spirito – Numquam est tam
male Siculis, qui aliquis facete et commode dicant.
(Marco Tullio Cicerone)
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